Milano, 20 gennaio 2025 – San Giorgio è ritenuto il santo protettore dei cavalieri e per questo la sua leggenda è stata spesso ritratta da numerosi artisti.
Paolo Uccello è stato un pittore e mosaicista fiorentino della prima metà del ‘400. Si inserisce all’interno della cultura tardogotica, una correte artistica che dà molto spazio alle influenze religiose, attraverso un uso delle linee a tratti morbide, a tratti spigolose e colori brillanti. Paolo Uccello vi si inserisce in maniera più originale cercando di dare alle opere una configurazione prospettica
L’opera ritrae il cavaliere San Giorgio mentre dall’alto del suo cavallo sta trafiggendo lo spaventoso drago. Secondo la leggenda, in una città chiamata Silena, un lago era la dimora di un drago a cui gli abitanti della città dovevano dare in offerta una pecora ed un giovane ogni giorno. Ma San Giorgio avendo ferito a morte il drago, salvò la città e la sua principessa.
Questa leggenda risale all’epoca delle crociate e può essere letta come una vittoria del cristianesimo sui culti pagani.
San Giorgio nel 1937 è stato eletto protettore della Cavalleria Militare e Civile dello Stato Italiano.
San Giorgio compare anche nella “preghiera del Cavaliere” (Esercito Italiano) in cui si dice: “Signore Iddio […]hai scelto San Giorgio, per dare testimonianza di amore per il dovere e il sacrificio, a difesa della fede, della Patria e dei deboli. Dona a noi, cavalieri, di imitarne le virtú, buttando il cuore oltre le difficoltà e i pericoli”.
È quindi considerato il santo protettore di tutti i cavalieri, tanto che possiamo trovare una sua rappresentazione stilizzata anche sullo stemma della nostra Federazione Italiana Sport Equestri
Venendo ora ad un’analisi più tecnica del dipinto: sullo sfondo vediamo sulla sinistra la grotta dove il drago ha il suo antro e sulla destra un sereno paesaggio con un turbine di nuvole sopra San Giorgio, a simboleggiare il suo vigore guerriero, che sembra anticipare gli studi dal vero di Leonardo da Vinci. Il suolo è composto da siepi quadrangolari disegnate secondo le regole della prospettiva lineare centrica, della quale Paolo Uccello fu uno dei primi maestri.
La figura di San Giorgio quasi senza volto, nascosto dall’armatura. Incarna i valori cortesi di coraggio e difesa dei più deboli. Lo vediamo in sella ad un possente cavallo bianco con il peso sugli arti posteriori, spiccando un balzo per attaccare il drago. Il collo è corto e gonfio.
Non mancano accenni fiabeschi o paradossali che rendono questa tela un’opera di transizione tra il Rinascimento e la cultura gotica. Il cavaliere impugna una lancia sottilissima, estremamente fragile, quasi paradossale per fronteggiare il drago, che è anch’esso una creatura stravagante e mitologica.
La principessa è longilinea, composta e aristocratica, perfetta rappresentazione della cultura tardogotica.
Nonostante il rigore della costruzione, la disposizione dei protagonisti non dà un’idea convincente di profondità, essendo semplicemente disegnati sullo sfondo, tanto che non proiettano nemmeno le ombre in terra.